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CUORE E BATTICUORE: NEL RICORDO DI PINO CAMPOLO E DELLA GRANDE AZZURRINA

Bellissima la cornice di pubblico.

Sentitissima la manifestazione.

Una società che non esiste più, da tanti anni, ma che continua a battere forte nel cuore di chi l’ha amata, la ama e non l’ha mai dimenticata.

In campo la storica U.S. Pallacanestro Reggio Calabria, per tutti l’Azzurrina in campo per ricordare, nel migliore dei modi Pino Campolo, Presidente tutto-cuore di una “Non-semplice-squadra di pallacanestro”.

Effettivamente, chiamarla solo squadra di basket è riduttivo:un modo di essere, di agire, di confrontarsi.

Vedere le tute dell’epoca(complimenti a Fabio Latella, Capitano storico per averla conservata come se fosse ieri) a marchio Gems, quei colori, quel mood è un qualcosa di unico per chi ha amato quella pallacanestro.

In panchina, Nando Crisafi, motivatissimo ed emozionato nel ricordo del fratello Mario(applauditissimo il suo ricordo, indelebile tra gli sportivi) da un lato e Guido Grandini dall’altro pronti a scegliere i giocatori da mandare in campo.

Coach Nando ha accanto a se Roberto Petrone, Coach Grandini si avvale della collaborazione di Pasquale Iracà, allenatore benemerito con trascorsi in Serie A, che è stato uno dei primi giocatori della storica Azzurrina(ruolo Guardia).

Toccante e davvero emozionante il momento della consegna della canotta “numero 1” a Bruno, figlio di Pino, così come la consegna dei fiori alla Signora Teresa ed alla figlia Clarissa da parte dei Capitani Fabio Latella e Teo Caccamo.(idem da parte del padrone di casa, Lucio Laganà).

Platea piena, ma era facile prevederlo: la bontà, spontaneità e generosità di Pino Campolo ha fatto sempre notizia: notizia quotidiana di chi lo conosceva bene, o lo aveva appena conosciuto.

Il Dirigente Natale Canale tira fuori una borsa medica in alluminio con il logo dell’Azzurrina da brividi, c’è il papà di Salvatore Morante in panchina, Carmelo Crucitti, Pippo, il curioso avversario bomber Speranza che scruta per capire se ci sono i presupposti per formare una nazionale Master sulla base di quei talenti visti sul rettangolo di gioco del Palalumaka.

La gara? E’ davvero bello vedere Enzo Putortì con un sorriso splendido in regia con una mancina da urlo, la tenacia di Peppe Luvarà,le triple di Angelo Labate(che si era dimenticato le scarpe ma mostra sprazzi di classe cristallina) la classe di Alberto Russo,Roberto Bellia tecnico come negli ottanta, la voglia di fare bene di Carmelo Militano, Armando Marrazzo,Ninni Polimeni, Pasquale Cicciù.

Gli arbitri? Vecchia scuola, con stile, grazie a Michele Stellato,Paolo Ginestra e Roberto Priolo.

Accanto a loro tantissimi tesserati Azzurrina in epoche più o meno lontane: il gruppo young con Gianni Rugolo, Soldatesca(portato al basket proprio da Pino Campolo),Santi Crisafi ed Andrea Pellicanò(Mvp della sfida con percentuali alla Curry…anzi alla Steve Kerr, così rimaniamo nell’Old-School), c’è Mario Festa, Ciccio Creaco(partita super per lui), Gianluca Falzea, JC Giordano,Ciccio Fascì, Pasquale Dattola,Livio Cutrupi,il giornalista Maurizio Gangemi(già dirigente e giocatore delle giovanili Azzurrina),Nicola Arena,Enzo Postorino, accanto agli avversari, compagni ed amici di sempre, come ad esempio i fratelli Famà, Tiziano Longo,Ninni Melardi,Mario Franco,Giacomo Genovese e Peppe Arena.Milo Geri è arrivato sul finale per abbracciare tutti, non poteva mancare. C’era Coach Porchi, Gaetano Gebbia, vecchie e nuove generazioni cestistiche presenti.C’è l’affezionatissimo Fabio Varco, giunto per ricevere e conservare un cimelio con lo storico logo dell’Azzurrina.C’era anche qualche assente di spicco, ma era realmente impossibile non subire qualche minimo forfait:il Dottore Simonetta, ad esempio, non era in campo ma era collegatissimo in diretta, idem Alfonso Borzacchiello da Lodi.

Nominarli tutti? Impossibile, ma il contributo di ognuno di loro è stato piacevolmente efficace per una manifestazione “batti-cuore”.

E poi c’è lui, Salvatore Morante: c’è chi l’avrebbe portato in Serie A grazie alle triple che infiammavano lo Scatolone,talvolta veramente irreali per chi lo ha visto giocare.

Sinceramente, quel che è riuscito a realizzare, insieme ai suoi amici e compagni di viaggio di sempre, all’interno di una operazione tutta cuore, è un qualcosa di bellissimo e straordinario. Una kèrmesse pulsante che ha emozionato tutti i presenti..

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