Il Malaguti può indicare la via giusta,intervista al Resp.del Sett.Giovanile Viola,Iracà

Perdere non è mai facile ma è chiaro che la Viola non è venuta qui con l’intento di vincere il torneo, quanto piuttosto con la voglia di far migliorare i suoi ragazzi. A questo è dovuta la scelta di inserire nel roster i due giovani e promettenti ragazzi del ’96, Latella e Lupusor?

r:Certamente i nostri obiettivi non si fermano nell’immediatezza ma sono proiettati nel medio-lungo termine. Il torneo rappresenta soltanto una tappa del percorso di crescita dei nostri ragazzi. Sapevamo di dover venire a Bologna e cercare di giocare oltre le nostre possibilità per riuscire a competere con formazioni molto più forti di noi. Purtroppo nelle prime due giornate questo non è riuscito e sono scaturite due pesanti sconfitte. Ciò non intacca minimamente il nostro lavoro anzi ritorneremo a Reggio con motivazioni ancora più forti nate dal confronto ad altissimi livelli di questi giorni. Le sconfitte non fanno piacere ma se lette nella maniera corretta aiutano a crescere. Note positive sono venute dai due ragazzi più giovani che hanno destato l’attenzione dei numerosi addetti ai lavori e che hanno chiesto notizie su di loro. Questo fa piacere perché ci dà la consapevolezza di avere giocatori che altre società più importanti vorrebbero nelle loro squadre e allo stesso tempo fa crescere la nostra responsabilità nei loro confronti: essi, insieme ad altri, rappresentano un patrimonio per la società e bisogna lavorare per costruire le condizioni affinché, continuando a giocare con la Viola, possano esprimere pienamente le loro potenzialità senza dover guardare altrove.

Risultati pesanti come quello di oggi fanno riflettere sulla situazione del basket giovanile in Calabria. Secondo te sono davvero tante le differenze tra basket al Nord e basket al Sud?

r:Si, sono davvero notevoli. Non per la mancanza di talenti al sud quanto per la loro fuga verso i club del nord e per il ridotto numero di società che lavorano con qualità in ambito giovanile. Purtroppo il livello della pallacanestro dalle nostre parti è calato vertiginosamente. Questo crea facili illusioni facendo credere ai ragazzi un po’ più bravi di essere già dei buoni giocatori e li induce a non lavorare per superare i propri limiti, accontentandosi di ciò che sanno fare. La mancanza di confronto ad alti livelli, infine, completa il quadro della già nera situazione. Sono numerosi i giovani che si allontanano dalla Calabria per cercare altre opportunità di crescita. È comprensibile la loro scelta ma bisogna lavorare per offrire ai nostri giovani la possibilità di crescere a casa loro alzando il livello degli allenatori e dei dirigenti. Dalle nostre parti troppo spesso ci si accontenta o si disperdono energie guardando in casa d’altri piuttosto che concentrandosi sul proprio lavoro.

Cosa ha sbagliato la nostra squadra in queste due sconfitte (considerata comunque la superiorità fisica di Pesaro e Bologna)?

r:Credo che l’errore più grosso si sia commesso a livello di mentalità. Sapevamo dei limiti fisici e tecnici ma non siamo stati bravi a sopperire alle nostre lacune con l’intensità e l’aggressività che potevamo mettere in campo. Ai primi schiaffi ricevuti (per mancanza di abitudine a prenderli) ci siamo abbattuti e non abbiamo saputo reagire. Questa è una lezione importante che portiamo a casa e che ci servirà tanto nel prosieguo del nostro lavoro. Bisogna imparare a rialzarsi e riprendere il cammino.

Questi tornei sono utilissimi per capire i limiti della squadra, e lavorare per superarli. Ci saranno altri appuntamenti del genere a cui questo gruppo parteciperà?

r:La società sa che questa è l’unica strada che conduce verso obiettivi importanti. Tornei come questo sono tappe fondamentali se si vogliono creare giocatori di buon livello. Pensiamo sicuramente di partecipare ad altre manifestazioni simili non solo con questo gruppo ma anche con le altre categorie giovanili. Ciò comporta notevoli sacrifici ma allo stesso tempo è molto gratificante essere presenti su questi palcoscenici. Stiamo anche pensando di organizzare qualcosa nella nostra città perché funga da volano all’intero movimento.

 

Intervista del nostro inviato Fabrizio Pavone da Bologna per Reggioacanestro.it

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