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LA BELLEZZA DELL’AZZURRINA, INTERVISTA AL COACH NANDO CRISAFI

Il 9 di marzo si avvicina.
Al Palalumaka, ritorna in campo l’Azzurrina.
Una favola sportiva bellissima.
Lui, insieme al fratello Mario è stato uno degli assoluti condottieri di quella esperienza fantastica.
Giorno 9 ricorderemo il Presidente di quella società, Pino Campolo.
Persone così, all’interno del movimento basket calabrese e non solo lì, non se ne trovano più.
Abbiamo ascoltato il Coach Nando Crisafi
Innanzitutto, ci puoi raccontare, chi era Pino Campolo e quanto è stata importante per te l’Azzurrina per il basket reggino?

“Pino era una persona intelligente, buona e generosa.
Un “compagnone” per tutti noi ed un trascinatore: lo porto giornalmente nel mio cuore.
L’Azzurrina, per me che ho vissuto tante altre realtà rappresenta un unicum.
Affermo questo, perché, accanto a straordinari valori di carattere tecnico ed agonistico, aggiungeva l’amicizia vera tra i compagni di squadra, il piacere di ritrovarsi la sera nel ritrovarsi.
Porterò sempre con me, i tantissimi momenti di convivialità con il nostro caro Presidente Pino nel ruolo di intrattenitore meraviglioso.
Un unicum perché? Nessuno dei giocatori riceveva compensi in denaro

Abbiamo, grazie a ViolaInside, celebrato recentemente i quarant’anni dalla prima promozione in A della Cestistica Piero Viola.
Tu eri il vice di Gianfranco Benvenuti. Che ricordi porti con te di quella squadra e dell’atmosfera che si respirava in quegli anni?

“Un ricordo magnifico.
Per il risultato ottenuto e per la consapevolezza di quello che eravamo: eravamo i più forti del campionato.
Una squadra di valore tecnico e fisico assoluto, sia per la scaltrezza e la capacità di Coach Benvenuti, sia, perché avevamo alle spalle una dirigenza sempre presente ed ineccepibile.
In più, avevamo la spinta dell’ambiente esterno, dei nostri tifosi che ci spinse a raggiungere la Serie A, in uno sport di primissimo piano”.

Il momento più bello e la partita che porterai sempre con te delle stagioni con l’Azzurrina.

“Non scelto una partita o un momento più bello.
Tutto quel periodo fu meraviglioso: mai ho vestito dei colori con in campo dei ragazzi dotati di estrema intelligenza.
Non ho mai vissuto niente di simile in carriera e porto nel mio cuore i momenti vissuti insieme a loro”.

Ti manca la pallacanestro allenata? Che ne pensi del movimento di oggi?

“Non mi manca il basket allenato.
Credo che nella vita ci sia un periodo per ogni cosa.
E’ stato un momento davvero lungo della mia vita, il mio grande amore.
Oggi il basket è cambiato, è molto più fisico ma rimane, sempre, lo sport più bello del mondo”

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