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LA STORIA DELLA VIOLA: CAPITAN SANDRO SANTORO

Sandro Santoro, bandiera della storia della Viola compie gli anni

Santoro è l’attuale Direttore Sportivo della Cantù in A2 è ormai uno dei dirigenti più apprezzati del basket(è anche consigliere Lnp)

che conta ma la sua carriera sarà sempre legata al basket in nero-arancio.

Ha iniziato la sua carriera nella Bartolini Brindisi. Dopo aver terminato la scuola superiore, passa alla Viola Reggio Calabria in Serie A2.

   

A Reggio Calabria per dodici stagioni fino al 2000. Santoro successivamente diventerà capitano della Viola ed uno dei giocatori più rappresentativi della storia della squadra: con 337 presenze è il secondo giocatore con più partite disputate, dietro Gustavo Tolotti. Con lo stesso Tolotti detiene il record di stagioni in maglia nero-arancio (dodici). Nel 2000 la Viola ha ritirato ufficialmente la sua maglia numero 5.

Playmaker bandiera della Viola Reggio Calabria, 13 stagioni in serie A (di cui l’ultima a Castelmaggiore) e poi una carriera da dirigente.

I suoi 13 campionati: 6.1 pts + 54% T2 + 34% T3 + 84% T1 + 1.1 ass.
La sua migliore stagione quella 97/98 in maglia Pfizer RC: 12.7 pts + 2.3 ass + 54% T2 + 42% T3 + 93% T1.
Ignorato colpevolmente per la maglia azzurra, ma ai tempi c’era abbondanza nel ruolo.

QUALCHE anno FA

Ricordate la diretta “Panasonic e dintorni”? Ecco tante ed imperdibili “pillole” venute fuori dall’appuntamento multimediale e Capitan Santoro rinnova l’appuntamento tra qualche anno..con Scambia Presidente.

Un record incredibile di visite grazie a cinque personaggi straordinari.

 

Capitan Santoro, Bullara,Avenia e Tolotti con la partecipazione straordinaria dell’Ingegnere Scambia, Presidente della grande Panasonic.

Il quartetto – Siamo stati un gruppo veramente affiatato ed abbiamo fatto grandi cose.

Aldilà della qualità fisiche, atletiche, tecniche eravamo grandi.

Bullara ed Avenia hanno aperto un solco tecnico incredibile.

Tolotti dal punto di vista fisico.

Fatta eccezione per Ginobili, parliamo di qualità altissima della storia della Viola.

 

 

Come il primo giorno – Ci allenava il Paron.

Ricordo che quando Zorzi vide Bullara la prima volta, Bull era infortunato ed il Coach gli disse:”Roberto ti vedo un po rotondetto”.

 

La dieta di Tolotti – Non ingrassava in nessun modo. E’ come i serpenti.

Con quella dieta, io, solo a guardarla ingrassavo.

 

Il materiale tecnico – Anche alla Viola era abbondante ma noi avevamo Pasquale Favano,un top player nel settore.

 

Le Adidas Torsion: micidiali, erano anfibi. Ho fatto il militare non c’era differenza con le scarpe da soldato.

 

Kornet – Mi ricordo una bella rimessa a Trieste con Bodiroga che ne fece 51.

 

I Bulls di Jordan paragonati alla mia Panasonic -Ogni cosa è proporzionata nel posto dove nasci.

Ho ascoltato con grande attenzione le parole del Presidente Scambia.

Le modalità di gestione che ha descritto, sintetizzandole molto bene, rappresentano il segreto del successo di quella Viola.

Segreti che sono ricercati anche nei tempi moderni e difficilissime da ottenere o per mancanza di possibilità o per mancanza di cultura.

Un passaggio essenziale su come si potevano gestire gli equilibri su come gestire una società.

L’investire sui giovani, la qualità di chi allena che oggi si è un po persa e non solo.

Con la legge 91 è cambiato il mondo.

Le società investono molto poco per i giovani rispetto a prima.

SI è modificata la cultura.

Prima esistevano istruttori che insegnavano basket, oggi ce ne sono sempre meno.

I ragazzi sono cambiati.

E’ un’altra era ma tornei volentieri alle parole del Presidente Scambia.

Il basket ha bisogno di ritornare indietro nel tempo.

La Viola era super organizzata ed aveva degli equilibri super.

Dico sempre: quando un Presidente si vede 3-4 volte l’anno è la soluzione giusta per lavorare con la pazienza di ottenere dei risultati.

Questo è quello che accadeva a noi.

Ogni tanto, Gianni Scambia si faceva vedere per far capire la sua vicinanza.

I suoi interventi non erano mai inflazionati a differenza di quel che accade oggi.

Oggi con le parole si cerca di risolvere i problemi.

Molto spesso Gianni Scambia voleva risolvere i problemi con il silenzio che è molto più importante del chiasso.

Eravamo una famiglia vera che lavorava per l’interesse comune.

 

Carlo Recalcati e Tonino Zorzi prima di lui hanno costruito questo spirito anche con modalità di gestione diversa.

Zorzi la notte non ci faceva dormire.

Recalcati trasmetteva serenità.

Entrambe le modalità ci hanno fatto crescere tanto.

Credo che tornare un pò all’antico non sarebbe una cosa malvagia.

 

Il mondo – L’emergenza ci ha fatto riflettere. Secondo me, lasciando a casa tablet e smartphone e ragionando sulla crescita dei giovani, qualche atleta in più di valore sono sicuro verrebbe fuori.

 

Magia in nero-arancio – Tanti sono diventati giocatori rappresentativi a livello mondiale.

SI sono affermati non solo nel basket giocato ma anche nella funziona dirigenziale, basta ricordare Kevin Pritchard, Presidente degli Indiana Pacers, o Jay Larranaga, assistente dei Boston Celtics.

Manu e Kobe: una magia vera.

La perdita di Kobe è un qualcosa di troppo grande: ha lasciato tutti senza parole.

Una perdita clamorosa per il basket.

Ben Wallace ha vinto un paio di anelli con i Pistons, non dimentichiamoci Mike Brown che ha giocato con Jordan, Volkov  e quelli che potenzialmente potevano fare cose migliori ma di testa non erano così metodici e regolari come Randy White.

 

White: giocava con l’orologio perchè voleva capire quando finiva l’allenamento.

Una volta si arrabbiò tantissimo perchè, a suo avviso gli avevano rubato una musicassetta in auto.

In quella macchina c’erano un Rolex d’oro e non solo quanti dollari.

Era li con un manico di scopa dietro al muretto perchè voleva trovare il ladro: lui fu prima scelta di Dallas.

Young andò alla grande e fu il degno sostituto di Dan Caldwell che fece sfracelli con la Viola.

La magia sta nel chi aveva delle doti per ottenere dei risultati ma credo che quel posto, in quel momento li, rappresentava la vera magia.

C’era qualcosa che ci unica: il clima, l’atmosfera familiare, eravamo diversi.

 

 

Dean Garrett durante un LockDown  Reggio – Il suo palazzo si sarebbe inondato. Un Birra-Moto.

L’ultimo anno l’anno relegato a Pellaro.

Una volta dovevo andare a trovarlo e non sapevo dove fosse casa di Dean.

Tito Messineo mi disse: vai sul lungomare troverai la casa.

Fuori da casa sua c’era un blocco infinito di Bud fuori da casa.

 

Giovanni Spataro – Giovannone non comprendeva il dolore.

Una soglia inesistente.

Eravamo in ritardo:Stefano Attruia gli chiude il dito nella portiera.Dopo dieci minuti di viaggio Giovanni disse, ho il dito chiuso nella porta.

Lui prese la mano e disse: tutto ok.

Io gli dissi: ma non me lo potevi dire prima? E lui, eh…l’ho chiuso anche forte lo sportello.

La leggenda è che lui con un pugno ha atterrato una mucca.

 

Il mio desiderio – Stiamo andando avanti tutti con l’età.

Mi piacerebbe trascorrere un paio d’anni con quella gente.

Trascorrere due tre anni con uomini del genere a Reggio Calabria.

Per mettere un punto.

Ovviamente con Gianni Scambia Presidente.

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