Nuova vita,nuova maglia,Fabrizio Scaffidi si racconta a Reggioacanestro

 

 

Una nuova maglia,nuovi compagni di squadra,nuovi obiettivi, tutto in un flash.

Fabrizio Scaffidi effettua il suo esordio in canotta Botteghelle.Soddisfatto?

Niente di tutto questo era programmato è successo tutto improvvisamente e nel momento in cui ho lasciato la Vis, il Botteghelle ha subito dimostrato un grande interesse nei miei confronti e trattandosi di un interesse reciproco abbiamo subito trovato un accordo che mi lascia pienamente soddisfatto soprattutto per la chimica di squadra che caratterizza questo fantastico gruppo, oltre che per le sue potenzialità tecniche.

Lasci la Dnc dopo una annata abbastanza tribolata di una Redel Vis che con te ha vissuto i migliori anni della sua giovane storia.

Qualche rimpianto?

Io ho sempre dato il massimo, con grande serietà e professionalità e credo anche con risultati positivi sul campo, perciò non posso dire di avere rimpianti. Dal primo giorno in cui ho indossato la maglia della vis ho vissuto momenti intensi, più o meno belli, ma pur sempre intensi, che fanno sempre bene dal punto di vista umano. Sicuramente avrei preferito non vivere le situazioni che mi hanno spinto a cambiare aria e,che, da inizio anno mi hanno tolto, a mio avviso inspiegabilmente, tutta la tranquillità che invece la scorsa stagione mi ha permesso di fare un ottimo campionato insieme a tutti i miei compagni.

Perchè proprio la Botteghelle?

La Botteghelle perché ha un gruppo validissimo tecnicamente che può arrivare fino in fondo, guidato da una società composta da persone umanamente davvero speciali e da un Coach che stimo molto, con grande esperienza maturata sui campi da giocatore, preparatissimo dal punto di vista tecnico e tattico. Questa squadra ha un gruppo con la “G” maiuscola dove regna l’affetto tra compagni e il rispetto reciproco, dove non esistono tensioni o invidie di nessun tipo, insomma si sta davvero bene.

 

Corsa a quattro,forse a cinque in C Regionale.Tanto equilibrio e niente è gia stato scritto.

Ti sei posto un obiettivo per la tua Botteghelle?

Sarà un finale di campionato molto incerto ed equilibrato, in cui ci vorranno nervi saldi soprattutto nei momenti di difficoltà che inevitabilmente ci saranno affrontando squadre forti come la nostra. Io credo realmente che questo gruppo non abbia nulla da invidiare alle altre squadre, d’altronde la classifica ed i risultati ottenuti fino ad oggi parlano chiaro. Il nostro obiettivo deve essere solamente quello di entrare in campo e lottare tutti insieme per vincere ogni singola partita senza pensare al dopo e credo che così potremo toglierci delle soddisfazioni. Il nostro dovere deve essere quello di crederci sempre fino alla fine!

 

Quante cose sono cambiate dalla C Regionale vinta dalla Vis contro la Gioiese a questo campionato di C?

Beh quell’anno Vis e Gioiese erano le grandi favorite alla vittoria finale, anche se c’era una nuova Jolly che stava emergendo e che durante il campionato aveva creato diverse difficoltà ad entrambe. Quest’anno invece non vedo favorite ma 4- 5 squadre che sostanzialmente si equivalgono e che fanno si che regni un grande equilibrio.

 

Fai parte di una cerchia di giocatori praticamente unici.

Hai giocato tre anni fa il tuo primo campionato senior in barba a parametri e regolamenti che hanno ridotto al massimo il limite dei tesserati.

Da quello che vedi, a tuo avviso, si sta lavorando sul settore giovanile o stiamo tutti vivendo uno sport in via d’estinzione?

Si ho avuto modo di rientrare nel giro e fortunatamente con risultati che hanno convinto la Vis ad avere fiducia in me nonostante la regola “ammazza-basket” dei parametri. A mio avviso l’elevatissimo costo dei parametri che le società devono sostenere per tenere in piedi le prime squadre,ha appesantito la struttura economica delle società stesse al punto tale da limitare al minimo anche le risorse per lavorare con cura e attenzione sui settori giovanili. Purtroppo credo che se non si darà una sterzata forte ed improvvisa eliminando questa assurda regola saremo un po’ tutti costretti ad aspettare i tornei estivi per giocare.

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