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QUATTRO FIGLI, BASKET E LAVORO: PARLA STEFANO ZAMPOGNA

Il sindacato dei giocatori , la GIBA pone il suo zoom sul percorso del play che per tanti anni ha brillato in canotta nero arancio 

L’articolo

Terza puntata della rubrica “Dual & Post Career”.

Il protagonista è Stefano Zampogna, ex playmaker di 178 cm, classe 1981.

Dopo le giovanili nella natia Palmi, in Calabria, giocando a 13 anni nel campionato di Serie C1, Viola Reggio Calabria e Fortitudo Bologna (una presenza e un canestro nell’anno del primo Scudetto della Effe), ha giocato da professionista in Serie A con la Viola Reggio Calabria (con atleti come Montecchia e Delfino) e con il Messina (insieme a compagni di squadra come Busca, Forray e Bonner).
Fra B1 e B2, ha giocato a Ragusa, Patti, Pozzuoli, Atri, Foggia, Martina Franca e Reggio Calabria.

Laureato in Economia Bancaria e specializzato in intermediazione finanziaria e assicurativa, ha al suo attivo anche due corsi di specializzazione sul Passaggio Generazionale.

Questa è la nostra intervista.

Stefano, quando giocavi pensavi già al tuo post career?
«Sì, sono sempre stato convinto che oltre a dare il massimo in campo è bene farlo anche fuori. Anche perché, purtroppo, non si può giocare per sempre, perciò ho coltivato sin da subito la mia seconda passione: l’economia e la finanza, frequentando l’università di economia».

Hai una bella famiglia numerosa, che è un dato originale per i nostri tempi. Quanto è stato difficile ottimizzare gli impegni di giocatore e padre con gli studi?
«Hai ragione, la mia famiglia conta quattro figli: Alfonso di 18 anni, che quest’anno ha fatto la Under 18 con la Pallacanestro Reggiana e la Serie B con Scandiano; Francesca di 16; Mario di 10 e Lorenzo di 6. Non è stato facilissimo, perché bisogna essere costanti e molto determinati, impiegare ogni attimo a disposizione ed essere organizzati. Ricordo che molto spesso studiavo anche in pullman, durante le trasferte. Ovviamente, mia moglie Amalia Crisafi ha avuto un ruolo fondamentale e mi è sempre stata vicino, seguendomi in ogni mio spostamento. D’altronde, anche lei è una ex giocatrice di basket che 5 anni fa ha pure vinto il campionato dalla C alla B femminile, con la Viola Reggio Calabria».

Dopo aver appeso le  scarpe al chiodo, quali esperienze lavorative hai fatto per mettere a frutto i tuoi studi e sacrifici fuori dal campo?
«Mentre giocavo, subito dopo la laurea, ho fatto il Tirocinio da Commercialista, poi ho iniziato l’attività di Consulenza Patrimoniale e ultimamente, da due anni, curo anche la Pianificazione del Passaggio Generazionale in ASPPI Bologna. Infine, da un anno sono Advisor e Mentor di Lumen Ventures».

Al momento su quali progetti sei concentrato?
«Dopo la mia esperienza cestistica e grazie alla mia attuale attività, ho riflettuto molto sulle opportunità che si potrebbero offrire ai giocatori per pensare anche al post carriera. Ad esempio, Lumen Ventures è perfetta per fornire agli atleti la concreta possibilità di partecipare al successo di startup innovative e per sviluppare, insieme agli specialisti del settore, la propria idea».

Un progetto che è stato apprezzato anche dalla GIBA, visto che ne è nata una partnership. Puoi spiegarci in cosa consiste?
«Lumen aiuta i giocatori ed ex giocatori interessati a sviluppare le loro startup seguendoli in ogni fase del processo di crescita, come ad esempio studio di fattibilità dell’idea, analisi di mercato, predisposizione del business model, strategia di execution, creazione dell’App, lancio del prodotto e altro ancora. Per questo, a seguito dell’interesse della GIBA, Lumen ha riservato ai giocatori soci lo sconto del 25% su tutti i suoi servizi. Un atto concreto, che premia una associazione che pensa ai suoi giocatori sia per tutelarli in campo sia per aiutarli a programmare il loro futuro».

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