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RUGOLO:”PER EMERGERE? LAVORARE TANTO E NON FERMARSI MAI”

Durante la Diretta Rac Live del Venerdì, il talento reggino classe 1981 ha raccontato aneddoti e situazioni davvero interessanti della sua carriera. Da Manu Ginobili a Nicolas Mazzarino senza dimenticare il super gruppo del 2013 con Coach Ciccio Ponticiello.

Il padrone di casa del primo appuntamento con Rac Live.

Da Reggio Calabria, Giovanni Rugolo, classe 1981, ha argomentato di basket in compagnia dei suoi compagni del 2013 Marco Caprari, Marco Ammannato ed Alessandro Piazza.

Tanta saggezza cestistica dedicata anche ai più giovani sul rettangolo multimediale del nostro nuovo format, che, promette grandi sorprese in occasione del prossimo venerdì alle ore 21(Link per la replica).

 

Nel 2013? La vera forza nostra era lo spogliatoio.

Sul campo? Presi singolarmente eravamo fortissimi.

Per il bene comune ognuno di noi ha tolto qualcosa di personale per il bene comune.

Un gruppo vero: siamo partiti per Malta, io ero con le stampelle. Dieci giocatori uniti, tutti insieme al termine del campionato.

Amicizia vera che continua, è di cuore e li porterò nel mio cuore per sempre.

 

Il quintetto ideale Piazza, Rugolo da due, Caprari da tre, Ammannato da quattro ed un misto da Ianllli e Rizzitiello, da quattro e cinque.

Dalla panchina Sabbattino pronto ad uscire.

 

Il Basket ed il suo momento? Non so quanto sia giusto eliminare i parametri anche perchè ci sono società che hanno programmato ed hanno fatto investimenti su questo.

I parametri, probabilmente sono stati un errore.

L’unica soluzione è che chi ha il potere della pallacanestro o dello sport vada da chi decide, Governo ecc, tracciando una strada di agevolazioni fiscali totali o quasi.

Lo sport è fondamentale per il sociale e per le comunità.

Bisogna invogliare al massimo chi può investire.

 

Last Dance? Mj è la pallacanestro. Un leader, realizzatore, trascinatore.

E’ ovvio che in una squadra ci devono essere tanti elementi ed in tutto ciò Pippen era una meraviglia.

Secondo me ne vedremo delle belle e le altre puntate saranno tutte da seguire.

 

Durante il ciclone Barbaro? Avevo 18 anni, ero libero e la Viola poteva cercare l’opzione d’ingaggio.

In quei giorni andai al Pianeta Viola con mia mamma.

Incontrammo Massimo Rappoccio, era piano di persone, ci disse che la Viola aveva ingaggiato Sabonis, Pig Miller e non solo quindi decidi di trovare squadra.

 

L’anno prossimo?

 

Sto riflettendo.

Se rimango a Reggio continuerò con la famiglia Lumaka perchè mi sono trovato benissimo.

Se dovessero arrivare una buona opportunità come Assistente proverò a coglierla.

Poi c’è sempre il Csi e sapete benissimo che la Reghion è importante per me.

 

Se arriva una chiamata in nero-arancio insieme agli atleti del gruppo 2013?

 

Emergere nel basket? Bisogna lavorare duro.

Ogni estate lavoro con Gaetano Rosace.

Arrivavo un’ora e mezza prima ad ogni allenamento e non ho mai mollato provando sempre a migliorarmi, giorno dopo giorno.

I ragazzi devono investire su loro stessi.

Occorre fare sacrifici. Agli inizia a Catania, guadagnavo 500 euro più 3,50 di buono pasto.

Se si pensa che bisogna fare sport per fare soldi è tutto sbagliato.

 

Manu Ginobili? Ricordo che stavamo facendo un’amichevole.

Arrivò dalla porta di Modena e dissi: ma chi è quello? Aveva un fisico da “sfigato”.

Dal primo allenamento, però, si capiva perfettamente di che pasta era fatto.

Negli anni di Reggio non aveva un grande tiro.

Era un’atleta clamoroso, era estroso, andava su con la destra e la sinistra, schiacciava, aveva un Eurostep incredibile.

Durante le navette noi ci fermavamo..lui aumentava.

Lo incontrai ad un Camp della Nike: fisicamente non era messo meglio di me, specialmente nella parte superiore ma aveva due gambe spettacolare.

Faceva delle gare pazzesche con Bisconti, Saccà, Nordgaard. Si è sempre allenato al massimo.

Gaetano Gebbia è sempre stato straordinario.

Come lo vedete allenare l’Under 13 può allenare la nazionale.

Un livello altissimo.

Gli anni di Ginobili. Inoltre, avevamo Gaetano Rosace come preparatore.

Gaetano preparò il programma a San Antonio di Manu.

Un vero luminare.

 

Il giocatore più forte con il quale hai giocato? Nick Mazzarino mi ha fatto migliorare molto.

Un lavoratore clamoroso, persona disponibile, da lui, ho rubato qualcosina sul tiro.

Grazie a lui ho migliorato l’arresto destro sinistro. Gli devo tanto.

Poi, Brian Oliver e Montecchia.

Brian aveva un’etica del lavoro incredibile.

Arrivava già cambiato, lo yogurt nella macchina ed iniziava a provare le sue giocate: uno spettacolo.

Aveva un fisico incredibile e non a caso era una macchina da canestri.

Studiava le partite, lavorava bene in palestra, era un vero professionista.

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