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SCUDOUT, LA LETTERA DI ADDIO AL BASKET DI ANDREA SCUDERI

Qualora fosse in vendita lo stereotipo di giocatore di basket calabrese da clonare e far seguire ai ragazzini del minibasket, ci sarebbe la sua Action Figures. Andrea Scuderi, come vi avevamo già annunciato lascia il basket giocato per diventare Dirigente della Luiss Roma.

Mai banale, in campo e fuori. Basta leggere questa straordinaria lettera per riuscire a percepire la qualità dell’uomo, dell’atleta e dello sportivo.

In campo, ci mancherà, come ai tempi del super gruppo con i vari Giuliano,Bellia,Zofrea,Signoretti ecc, ma siamo certi che il basket ha guadagnato un professionista basilare per la propria crescita

LA LETTERA DI ANDREA SCUDERI

Ho riflettuto a lungo se scrivere queste parole perché ritengo che spesso siano dei meri esercizi narcisistici e che soprattutto senza di me la pallacanestro non perda nulla. Io però senza di te perdo molto e son qui dunque solamente per ringraziarti. Più di una volta mi è capitato di immaginare come sarebbe stato questo momento, riuscendo raramente a dare forma ai miei pensieri. La sensazione di star chiudendo una porta dietro di me, la più importante, la più identitaria, mi spaventa ma allo stesso tempo non mi preclude l’emozione di guardare a quello che è stato. Sempre insieme io e te. Un modo per trovarsi e per ritrovarsi. 10, 100, 1000 tiri a scandire il ritmo delle mie giornate e per rivelare lentamente la personalità di un bambino timido, ingenuo, distratto. 10,100, 1000 tiri per capire il valore del lavoro quotidiano, della pazienza, della perseveranza. L’equilibrio sottile tra la totale dedizione e l’aspettativa del risultato. Il rigetto della soluzione più facile, per quella più duratura. Crederci sempre, perché le ambizioni corrono più veloci delle delusioni.
Non ho avuto una grande carriera, ma non dovrei neanche esser qui a raccontare quanto fatto per caratteristiche fisiche, per talento, per luogo di partenza. Un bambino dalla “curva del gas”, Catanzaro. Non doveva andar così, e invece. E invece tu mi hai dato l’opportunità di sognare sempre ad occhi aperti e di dare vita spesso alle mie suggestioni. Mi hai affibbiato un soprannome. Regalato legami straordinari. Mi hai dato il privilegio di viaggiare e conoscere, addirittura di studiare. Mi hai lasciato il gusto romantico dei panini degli autogrill e la tristezza degli alberghi la domenica sera. Il rumore assordante di un palazzetto vuoto quando tutti sono andati via e l’attimo fuggente di un boato per un canestro decisivo. L’ebbra euforia di uno spogliatoio quando si vince e il silenzio di un telefono che non squilla mai quando si perde, quando sei infortunato. Mi hai insegnato a non piangere, perché si piange solo per le cose serie, ma a sorridere perché si sorride per le piccole cose.
Mi hai consentito di confrontarmi e di riuscire a battere gente molto più forte di me, più grossa di me, tutto sempre più di me, facendomi assaporare l’emozione più grande: quella di sovvertire i pronostici. Rido quando leggo di esser stato un modello da seguire; mi emoziono quando qualcuno mi rivela di esser stato per lui fonte di ispirazione. Non era scontato, non lo sarà mai.
È stato un viaggio meraviglioso. Ti ho dato tutto me stesso e tu mi hai donato molto di più.
Troppi sarebbero i ringraziamenti, e tra i tanti ne scelgo uno per una persona che è andata via troppo presto. Grazie Nico per aver visto in me qualcosa di speciale; siamo arrivati ad una mano sinistra dalla serie A, come avevi pronosticato, ma questo già lo sai.
Grazie a chi mi sta inoltrando manifestazioni di affetto. Si, ci ho pensato. È la decisione definitiva. Come ha detto il mio grande amico Francesco Veccia “Andre sognerai di giocare le partite ogni singola notte, non sei pronto ad abbandonare tutto questo”. Lo so, lo metto in conto, mi mancherai da morire. Ma nella vita bisogna seguire l’istinto. Un solo rimpianto, quello di non aver vinto nulla per la mia città natale. Avrei voluto regalare qualcosa alla mia gente, per sdebitarmi di quanto affetto e supporto ho ricevuto.

Ho accettato la proposta di entrare nei quadri dirigenziali della AS LUISS, un posto che sento un po’ casa ed una grande responsabilità sulle spalle. Inizia un percorso diverso in cui sarò meno Scudo10 e più Andrea Scuderi e probabilmente parto sfavorito, ma non è stato sempre così? Chiudo gli occhi, si parte.

Buon basket a tutti! #Scudout

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