Story

Un po’ di storia: gli anni di gloria neroarancio

Il basket italiano non è certamente paragonabile alla NBA, ma anche lo Stivale ha saputo raccontare in questi decenni pagine importanti della storia della palla a spicchi.

Una delle squadre più iconiche del nostro Paese è stata indubbiamente la Cestistica Piero Viola, rappresentativa di Reggio Calabria che ha brillato soprattutto nel corso degli anni ’80 e ‘90. Fondata nel lontano 1966 dal Giudice Peppino Viola, la società si avvaleva inizialmente di impianti all’aperto, talvolta reperiti anche di fortuna nelle scuole. All’epoca la Cestistica Piero Viola (così chiamata in memoria del fratello di Peppino) militava in Serie C e solo negli anni ‘70 cambiò impianto trasferendosi allo “Scatolone”. Fu in quel periodo che la squadra iniziò a dare il meglio di sé, tanto da arrivare a conquistare la promozione in Serie A2 nel 1983. Erano i tempi di Gigi Rossi, Peppe Melito,Aspidi e Paiusco Sant’Ambrogio, che a poco a poco lasciarono spazio ai vari Massimo Bianchi, Mark Campanaro, Giovanni Spataro e Kim Hughes, con la guida di Gianfranco Benvenuti celebrati qualche giorno fa in occasione del quarantennale dalla prima promozione in A.

Lo “Scatolone”, però, non poteva rispettare i parametri obbligatori voluti dalla federazione e fu Viola in prima persona a progettare un nuovo impianto, il Botteghelle, realizzato nel giro di appena 2 mesi. La squadra salì in Serie A1, retrocedendo però subito per tornarvi soltanto nella stagione 1989/1990, quando raggiunse i playoff e fu eliminata ai quarti di finale dalla Pallacanestro Varese. Un anno dopo fu inaugurato un altro impianto ancora, il PalaCalafiore, che però non portò molta fortuna nei primi tempi. La Cestistica Piero Viola retrocesse nuovamente in A2 e nel 1992 tornò in A1 nella prima annata Panasonic, pronta per firmare altri record: in campionato i calabresi arrivarono infatti sesti, ma nei playoff non riuscì mai a farsi troppa strada in quegli anni.

Alla storia della Viola,divenuta successivamente Nuovo Basket Viola è legato anche il nome di Emanuel Ginóbili,atleta che giocò la sua prima esperienza europea proprio in riva allo stretto prima di spiccare il volo(è ritornato per abbracciare la città nei mesi scorsi). Nel 2000 il cestista argentino lasciò dunque Reggio Calabria dando una svolta alla propria carriera:  Ginóbili viene ricordato infatti come una leggenda anche della Virtus Bologna. La fase più complicata per i calabresi arrivò però nell’estate del 2001, quando Domenico “Mimmetto” Barbaro diventò presidente della società promettendo un progetto inedito e mai sentito prima,con nomi altisonanti da Eurolega e copertine dei giornali nazionali, per poi sparire all’improvviso lasciando l’attività sull’orlo del fallimento.

Oggi, dopo tanti anni tribolati ed un pò di A2, si è ripartiti con un progetto creato dai tifosi, denominato Pallacanestro Viola, al quinto anno di attività ed al momento in Serie B Interregionale.

Oggi il quadro generale della pallacanestro italiana è indubbiamente cambiato. Le realtà come Virtus Bologna e Olimpia Milano sono evidentemente di un altro blasone e le quote sul basket si concentrano perlopiù su formazioni di questo calibro, puntualmente favorite anche nei pronostici per lo scudetto. Si tratta di piazze molto importanti, forse le uniche in Italia che possono far sentire la loro voce anche in Eurolega. C’è dunque molto meno spazio per le realtà provinciali che aspirano ad imporsi o anche solo a tornare sui grandi palcoscenici. Per la Pallacanestro Viola è ancora presto, ma i tifosi del PalaCalafiore non hanno nessuna intenzione di smettere di sognare…

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