STEPHEN CURRY FA IL BIS, MVP 2016

di Gaetano Laganà – Il figlio di Dell, continua a scrivere la storia dello sport dalla palla a spicchi

Un importante giornalista di ESPN ha dato poche ore fa la notizia che entro questa settimana il “baby-faced killer” verrà premiato come Most Valuable Player del 2016, per il secondo anno consecutivo. Il folletto di Akron (è nato nello stesso ospedale di Lebron James!) rischia di distruggere un altro record, oltre quelli già cancellati durante la regular season: sembrerebbe che possa essere nominato MVP all’unanimità, cosa fino ad oggi mai riuscita a nessun giocatore (solo Shaq e Lebron mancarono l’impresa di un voto).

I numeri non bastano a raccontare una delle prestazioni individuali più incredibili della storia della NBA. Basti pensare che oltre ad aver (quasi) vinto il titolo di miglior giocatore, è giunto quarto nella classifica dei giocatori più migliorati quest’anno. Non male per uno che già l’anno precedente aveva vinto il premio di miglior giocatore della lega!

La nomina a MVP è comunque già nell’aria da mesi e d’altronde come non poteva essere così, con questi numeri surreali: 402 triple in stagione e giusto per rendere l’idea i Milwaukee Bucks hanno segnato 440 triple in totale (!); capocannoniere del torneo con 30.1 punti il 57% da 2, il 45% da 3 (oltre il 50% con tiri da oltre 9 metri) ed il 91% ai liberi; eguagliato il record di triple segnate in una partita (12) e striscia ancora aperta di 154 partite con almeno un canestro da 3 punti. Se tutto questo non basta aggiungete pure quasi 7 assist a partita e 2,1 palle rubate che lo incoronano leader della lega anche in questa specialità.

Ma oltre ai numeri la cosa che più ha imbarazzato durante la stagione è stata la freddezza e la facilità con le quali ha tramortito gli avversari con canestri impossibili da ogni parte del campo ed un ball handling degno dei migliori playmaker della storia. 

La superiorità è stata talmente evidente che Golden State quest’anno è riuscita ad infrangere il mitico record di vittorie dei Bulls di MJ, portandolo ad un inarrivabile 73-9. Curry è stato sicuramente l’uomo simbolo di questa cavalcata che ha regalato emozioni a tutti gli appassionati e difficilmente verrà dimenticata.

NB: a guidare Curry in panchina ci sarebbe il coach dell’anno che il record di 72-10 l’aveva fatto da giocatore, poi da allenatore ha deciso di fare ancora meglio!!!

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