Olympic.Santucci, la svolta è arrivata

: è proprio vero il dettoanno nuovo, vita nuova“?

 

R: Sicuramente per come è stata costruita questa squadra ad inizio stagione, abbiamo lasciato qualche punticino quà e là, vuoi per questioni di amalgama, di defezioni e qualche infortunio di troppo. Dopo l’amara sconfitta col Polistena che chiuse il 2010 e durante gli allenamenti nel periodo di sosta per le festività natalizie con qualche dirigente (Domenico Catalano) mi ero ripromesso che con l’inizio del nuovo anno avremmo trovato la svolta…..dovevamo, noi giocatori, riversare l’ amicizia che ci lega fuori dal campo anche sul rettangolo di gioco dando il massimo e lasciando da parte qualche rimbrotto ed essere tutti coesi…..ed appunto a gran voce urlai: “anno nuovo, vita nuova” e questo famoso motto sembra mi stia dando ragione con due importantissime e sudate vittorie consecutive su altrettante partite; due bellissimi derby.

 

D: Giocatore simbolo dell’intera regione, sei un po’ un “giramondo” avendo vestito diverse casacche ma quest’anno approdi all’Olympic, società dove storicamente c’è sempre un motivo per trovarsi in allegria attorno ad un tavolo per passare una serata spensierata. Come ti trovi coi tuoi nuovi compagni e con la f.glia Sant’Ambrogio (F.lli Catalano permettendo)?

R: E’ da 27 anni che calco i parquet dei campi del reggino e credo che, per la mia correttezza ed esperienza acquisita nel tempo, lascio sempre nelle squadre dove ho militato un briciolo di me e forse anche qualche rimpianto. Non ho mai giocato per denaro, così sfato ogni dubbio per chi non mi conosce, non faccio il “giramondo” per soldi ma solo per la passione e l’amore incondizionato che mi lega a questo sport. Quindi sia per l’esperienza, che perchè giocatori nel mio ruolo e con le mie caratteristiche ve ne sono davvero pochi, ogni anno a fine stagione mi ritrovo ad essere tra i giocatori più ambiti del mercato. Quest’anno, vuoi per la pressione avuta dai fratelli Catalano, i quali erano diventati una vera spina nel fianco ossessionandomi fino all’esasperazione, vuoi per la pluriennale amicizia che mi lega a Carlo  (Sant’Ambrogio ndr) ed alla sua famiglia, sono approdato con piacere e vera soddisfazione all’Olympic. Sin da subito ho legato con i miei compagni di squadra, molti a dire il vero li conoscevo già, qualcuno l’ho visto crescere, vedi Paolino Canale, ed i più giovani mi chiamano addirittura papà o meglio solo Peppe Panuccio….ma questo è un discorso a parte perchè da come ti descrivo le cose, capirai che sono legato simpaticamente a tutti. Sono stato accolto sia dai compagni che dai componenti della famiglia Sant’Ambrogio con calore, e non avevo alcun dubbio in proposito, e per me è un piacere condividere questi altri anni di basket giocato con loro. Ogni fine allenamento o dopo una partita vinta o persa c’è sempre armonia e una pacca sulla spalla che smorza ogni momento e poi tutti assieme immancabilmente a cenare e se capita anche a ballare o bere qualcosa in un noto locale reggino.

 

D: Ad oggi, secondo la tua esperienza pluriennale, quali potrebbero i motivi della crisi e della poca credibilità che vive la pallacanestro calabrese (carenze strutturali, scomparsa dei vivai, spese troppo onerose, regola sugli under, svincoli)?

R: Devo dirti che già nella tua domanda si trovano le risposte, noto con dispiacere, facendo anche l’arbitro, ed arbitrando gare del settore giovanile, che i vivai delle varie società hanno un livello che va verso il basso, ciò è anche poco aiutato da situazioni ambientali e strutturali a dir poco fatiscenti e credo che anche le società stesse facciano salti mortali affinchè possano dare ai propri tesserati luoghi consoni per esercitare questo sport….,mettici pure che alcuni dirigenti si autonominano istruttori o allenatori ed il dado è tratto. Non è da escludere pure il problema dell’esosità dei pagamenti, relativo ai tesseramenti, soprattutto per la disputa dei campionati regionali, dove le società devono svenarsi per poter allestire una squadra almeno accettabile. Credo che se non si riesca a dare delle indicazioni ben precise soprattutto a livello centrale, si rischia che piccole realtà e società che vivono solo di passione tra qualche anno non esistano più, anche perchè con la crisi economica che stiamo vivendo in pochi investono nella pallacanestro.

 

D: Sei il testimonial d’eccezione di una nuovissima realtà della costa tirrenica: parlaci un po’ di questa Pallacanestro Bagnara. che ti ha contagiato col suo entusiasmo.

R: Credo che tutti sappiano che sono di Bagnara, dove sono cresciuto cestisticamente e dove vivo tuttora. Lasciai a 17 anni l’allora Olimpia Bagnara per andare a giocare con la Basket Reggio e dopo qualche anno la società sparì. Ricordo che era una squadra temibile, lottavamo ogni anno per essere promossi in serie D, ma la volontà mancava perchè eravamo costretti a giocare all’aperto e cosi tutto finì. Adesso essendo in costruzione ed in fase di ultimazione il nuovo palazzetto, grazie all’entusiasmo ed alla collaborazione di alcuni amici, Enzo Barbaro (che già curava una scuola minibasket) ma soprattutto alla volontà di Alberto MessinaRocco Parrello, Francesco Barilà, Carmelo Ruggiero, Peppe Laganà ed altri appassionati, nonchè del factotum Gianni Pirrotta vero fautore di questa realtà si è pensato di ritornare sul campo sotto tutti gli aspetti. Grazie alla disponibilità ed all’amicizia che ci lega con la N. Jolly e Romana Pirillo, la quale ci ha messo a disposizione un suo allenatore, abbiamo ricostruito la scuola minibasket ed adesso contiamo circa 50 iscritti, si parteciperà al campionato U14/M ed al campionato di Promozione, dove tra le su citate persone faranno parte della squadra un nugolo di giovani di belle speranze molto interessanti. Posso assicurare che nella cittadina c’è entusiasmo e non si vede l’ora di vedere all’opera questi atleti giovani e meno….e la passione e la volontà di far conoscere questo sport è sempre alto, l’augurio è che il palazzetto venga ultimato al più presto, difatti all’inizio si è obbligati a giocare all’aperto, e credo che per il momento sia anche positivo come viatico propagandistico.
I presupposti per fare bene e per un futuro roseo ci sono, adesso sarà il campo a dare il suo responso.

 

Grazie Giovanni per la tua squisita disponibilità:

Grazie a te e ne approfitto per “lanciare” un affettuso saluto a reggioacanestro ed a tutti gli appassionati di questo meraviglioso sport…..

Intervista di Carlo Vetere per Reggioacanestro.com

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